ROMA – Nella periferia sud-est di Roma, precisamente nel quartiere Statuario, qualcosa di insolito ha preso forma. Un’iniziativa audace, intrapresa da appassionati e temerari al tempo stesso: l’apertura di una galleria d’arte contemporanea, la Piazza Mileto Art Gallery.

L’incomprensibile: non si vende nulla

In molti potrebbero considerare questa scelta come un atto di pura follia. “È come uscire di casa completamente nudi e andare a fare la spesa o a prendere il caffè al bar del quartiere – racconta Claudio Roccetti (uno dei temerari, appunto), che ha inaugurato questo spazio con una mostra di quadri che fanno parte della sua collezione privata. Sei circondato da sussurri leggeri: ‘vedi, è quello che sta aprendo la galleria di non so cosa, non ho ancora capito che vende‘”.

Ecco, infatti, il punto cruciale: non si vende nulla. Questo dettaglio è, forse, ancora più difficile da comprendere per molti, ancor più di un quadro astratto. Ma, come si sa, l’arte contemporanea spesso sfida i canoni tradizionali, preferendo invece creare connessioni emotive, e non solo, con i visitatori. “Lasciamoci catturare dai colori e dalle emozioni… l’arte è Libertà!“

Un atto di coraggio e di passione

Ma cosa spinge questi “audaci” visionari a portare avanti un progetto tanto ambizioso, in un luogo così fuori dai circuiti dell’arte contemporanea? L’amore smisurato per l’arte. La passione dei suoi ideatori è, infatti, così intensa da spingerli a trasformare un sogno in una realtà tangibile.

Oltre le aspettative: alzare l’asticella

Oggi, la Galleria è giunta alla sua terza mostra. E, contrariamente a chi potrebbe ritenere che sia arrivato il momento di fermarsi, gli ideatori hanno intenzione di alzare ulteriormente l’asticella. Ogni mostra è un’opportunità per esplorare nuove espressioni artistiche, sfidando i limiti della comune comprensione.

La mostra di Maurizio Gracceva 

Attualmente, la galleria ospita la mostra di Maurizio Gracceva, “un frequentatore abituale di pazzi e maledetti (Hölderlin, Céline, Trakl, Benn, Dick), che non solo ha deciso di non rimestare il già detto e né tessere ragnatele dialettiche, ma di servirsi di un’arma non convenzionale, la pittura, per vederci meglio e di più, e portare a coscienza processi sottili, al limite del percepibile”. 

L’esposizione, dal titolo C’è Tempo (es gibt Zeit), è aperta al pubblico fino al 29 ottobre 2023.